Racconto archetipico Arancione

Forza di OXOSSI portami nei boschi, dove incontro OXùM il fiume che scorre giù, fino alla Dea IEMANJA’ grazie alla quale tutto viene e tutto va.

Una giovane sirena guizza e gioca spensierata e gioiosa con i suoi fratelli delfini in mezzo alla loro immensa casa, il Grande Oceano. Il cielo turchese è limpido e il sole splende alto.  Inaspettatamente, eccolo diventare scuro e carico di enormi nubi minacciose. Le onde del grande mare si fanno rapidamente grosse e violente come smisurati muri che inghiottiscono tutto ciò che trovano. Terrorizzata, la sirena si tuffa sott’acqua e nuota speditamente come mai nelle profondità marine, con l’agghiacciante sensazione di essere inseguita da qualcosa di terribile. Finalmente raggiunge il profondo fondale e corre a rifugiarsi fra le braccia protettive ed autorevoli di una possente figura femminile: è Iemanjà, la Signora delle Acque Primordiali, colei che genera la vita e colei che la toglie. Si ritrova a piangere disperatamente come una bambina, accoccolata nel suo grembo materno che tutto contiene e, in effetti, incomincia a rimpicciolire davvero fino a diventare realmente una bambina piccola, poi un neonato, poi un feto ed infine una minuscola conchiglia.

Questa piccola, perfetta, meravigliosa conchiglia viene catturata da un vecchio pescatore solitario, che oramai esce in mare aperto soltanto in cerca di tesori dimenticati. Non pesca nient’altro. I pesci da mangiare o da vendere non lo interessano più. Il taciturno pescatore nasconde nella sua umile capanna in riva al mare il piccolo-grande tesoro appena emerso e lo custodisce dentro un Antico Vaso di argilla, nero e ocra. La minuscola conchiglia palpita, si sente eccitata e allo stesso tempo in trappola. Ma il pescatore non la trascura mai, ed ogni sera a mezzanotte la nutre con tre piccole gocce di sangue del suo dito mignolo. Al termine della tredicesima luna, la conchiglia è ormai diventata grande. Una notte, durante un plenilunio fulgente, la conchiglia si osserva partorire sé stessa e, creatura neo-nata, uscire dalla schiuma del mare come in una visione stupefacente.

Non c’è più nessuna capanna né pescatore. Adesso si ritrova sulla spiaggia di un’Isola lontana come una Donna bellissima, fiera, magica. E’ meravigliosamente nuda, ammantata parzialmente da una pelle di foca fatata. Cammina celere con la testa alta, a grandi falcate, con sicurezza e audacia ancestrali. Questa nuova donna flessuosa e sensuale, con gambe poderose e mani sottili, segue l’odore dell’acqua pura, fino a giungere presso una misteriosa cascata nel cuore rigoglioso della foresta dell’isola. Mentre lascia che il fresco getto della Cascata Purificatrice Oxùm accarezzi e rigeneri il suo creativo corpo morbido e accogliente, ecco sopraggiungere una strana creatura a dorso di un energico ippocampo. E’ alto, vigoroso, con la pelle scura, vestito di foglie e pelli, sulla schiena arco e frecce inseparabili. Si riconoscono al primo sguardo. E’ Oxossi il Principe dei boschi, protettore di tutte le creature della Flora e della Fauna. Le anime-gemelle ritrovate celebrano l’incontro astrale con un ricco pasto di frutti dissetanti e pane caldo di sole, abbandonandosi ai piaceri della carne e dello spirito. Poi, insieme, prendendosi per mano, corrono veloci e agili come cervi nobili verso un altro luogo misterioso che li chiama ineluttabilmente.

Giungono in seno ad una tribù dimenticata che vive segretamente da millenni sull’isola, in perfetta sintonia con la lussureggiante Natura circostante. Si siedono al centro di un Cerchio formato da tutti i membri della comunità, in silenzio, come se fossero i protagonisti di un rito antico quanto il tempo. Uno di fronte all’altra, si guardano dritto negli occhi, Maschio e Femmina, completi ed integri nella loro diversità opposta e complementare, come in uno specchio che tutto svela e rivela. Attraverso il loro sguardo puro e la mente leggera si materializza lentamente dal Vuoto in mezzo a loro un terzo elemento magico: un Cuore Rosso-Fuoco circondato da Fiamme d’Oro. Pulsa e sorride e sussurra loro parole segrete questo Cuore intatto e onnisciente. Simultaneamente, come mossi dalla medesima voce, il Maschio e la Femmina integri si avvicinano uno all’altra e si compenetrano in un lungo Abbraccio silenzioso, senza tempo. In quello stesso movimento il Cuore viene inglobato dai loro corpi come essenza ora divenuta inseparabile. Nel medesimo istante l’Uomo e la Donna – come fratello e sorella, come sposo e sposa, come padre e madre, come figlio e figlia – si accorgono della presenza di una imponente figura maschile assisa su di un trono fluttuante sospeso in aria: è il Re della tribù. Un pensiero aleggia per un solo attimo all’interno del cerchio rituale: “Il tuo vero dio è la tua Autorità Interiore”. In quella precisa consapevolezza abbagliante si dissolve fugacemente quanto interamente la figura del Re, come bruma all’alba.  Soltanto ora, il Maschio e la Femmina, strette forti le mani, si alzano all’unisono e vanno verso ogni singolo membro della comunità dicendo a ciascuno che è libero, che ora può seguire il personale destino e realizzarsi seguendo il Cuore, il solo ed unico vero Re. Sempre uniti come un’Anima unica, i due giovani galoppano rapidi e sereni verso le sponde dell’isola, lasciando liberi di fluire al vento i loro lunghi capelli corvini che tutto sentono. Sulla riva si vede sopraggiungere l’antico Vascello della Libertà che li accoglie e li conduce lontano, al largo, attraverso le misteriose rotte della Vita.

Verso l’infinito e Oltre.